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HISTORIQUE

 

(Brano della conferenza: Metodo Mézières e funzione del ”simpatico”. Ottobre  1971).

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Quando un fortunato mattino di primavera del 1947, vedemmo entrare nel nostro studio una paziente, che presentava una importante cifosi, eravamo ben lontani dal sospettare che la nostra professione e la sorte di legioni di malati  sarebbero cambiate.

Si trattava di un soggetto longilineo, molto alto e magro. Un corsetto di cuoio e di ferro aveva provocato, non la risoluzione attesa del suo male, decisamente inesorabile, ma delle ecchimosi sulle anche e sulle spalle, ed ancora sette vertebre erano “ a vivo” così come l’angolo inferiore delle scapole. Ma la paziente non se ne lamentava ma si era rivolta a noi perché non poteva più alzare le braccia né lavorare.

Noi scegliemmo naturalmente gli esercizi di “raddrizzamento” ed il lavoro dei dorsali, allo scopo di fortificare gli “estensori del dorso”, ma la rigidità era tale che niente era possibile.

Facendo stendere supina la nostra paziente , spingemmo in basso le spalle,  e vedemmo apparire ,con stupore,  una marcata lordosi lombare, quando invece, esaminata in piedi , la donna presentava soltanto una cifosi dorsale.

Per evitare di aggiungere ulteriore danno a ciò che già esisteva , “basculammo” il bacino indietro portando le ginocchia sull’addome e , con ancora nuovo stupore, vedemmo l’iperlordosi lombare spostarsi al tratto cervicale fino all’altezza della nuca, la testa rovesciarsi all’indietro ed era impossibile portare il mento a contatto con il collo.

La porta della verità era  davanti a noi, grande, aperta, ma noi rifiutavamo di spalancarla e ancora dubitando di quello che vedevamo ripetemmo più volte l’esperienza e alla fine davantialla collega. Alla fine, rassicurati davanti all’evidenza dei fatti, dovemmo comunque tirare le conclusioni per stabilire il trattamento : la correzione della cintura scapolare determinava una iperlordosi lombare, che  corretta a sua volta  produceva una iperlordosi cervicale. Dovemmo, quindi,  ammettere, “per questo caso”, ciò che noi enunciamo oggi come una legge: 

 ogni accorciamento parziale della muscolatura posteriore causa un accorciamento di tutto l’insieme di questa muscolatura ed anche che, poiché l’allungamento  dei muscoli della curva lombare si traduce in un accorciamento della muscolatura della curva cervicale.

, la legge è :

l’allungamento di un muscolo posteriore qualunque, produce l’ accorciamento dell’insieme della muscolatura posteriore.

Noi sappiamo ora che gli arti inferiori hanno lo stesso comportamento e che agiscono sulla parte posteriore così che il cavo popliteo appare, per noi, come la terza lordosi fisiologica.

 

Così dunque per questo soggetto, nessun muscolo posteriore era troppo debole né troppo lungo, neanche quelli della regione cifotizzata. Al contrario erano troppo corti, troppo rigidi, troppo forti.

Il soggetto non era schiacciato dalla gravità ma imballato  dalla proprio forza, quella dei propri dorsali. 

Bisognava , invece di rinforzare questa muscolatura, rilasciarla allungandola da un punto all’altro del rachide, come se si trattasse di una lordosi , anche se in piedi, l’ammalata non presentava che una cifosi!

 Tremando, ci rassegnammo a far mantenere delle posture appropriate per raggiungere questo scopo, ma non potendo accettare che fosse sempre così , né potendo ammettere un così mostruoso sviamento dei nostri maestri, né di aver trovato la fava nascosta nel dolce, classificammo la nostra paziente nel numero delle eccezioni che confermano la regola e verificammo durante i 2 anni successivi la vericidità di questa osservazione.

E’ passato un quarto di secolo da allora (1971), e, né i nostri allievi, né noi stessi abbiamo visto altro comportamento.

Quindi noi dobbiamo dichiarare al alta voce (perché si tratta della sorte di troppi infelici) che i metodi classici sono dannosi perché in errore, che i dimorfismi che si pretendono irreversibili lo sono solo perché, ignorando il meccanismo reale del corpo, si applicano delle soluzioni opposte a quelle che sarebbero convenienti e , che non ci sono altri principi che questi sui quali noi ci basiamo tutt’ora.

Il trattamento di questa paziente, applicato con frequenza settimanale, in otto mesi le aveva permesso di eliminare il corsetto,  di alzare le braccia e di lavorare: si era allungata, si vedeva per intero nel suo specchio ed aveva ripreso una attività normale.

 la legge è : 

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 ogni accorciamento parziale della muscolatura posteriore causa un accorciamento di tutto l’insieme di questa muscolatura ed anche che, poiché l’allungamento  dei muscoli della curva lombare si traduce in un accorciamento della muscolatura della curva cervicale.

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